giovedì 21 giugno 2012

Field Music - Plumb

Field Music, Plumb,
Memphis Industries, 2012
Sono sdraiato su una panchina, il brusio delle foglie mi segnala la presenza di un albero nelle vicinanze, apro gli occhi e vedo sopra di me ondeggiare leggere innumerevoli foglie che mi mostrano l'infinità del verde, quelle più timide in basso ne mostrano uno pallido e trasparente, mano a mano che alzo il mio sguardo il colore raggiunge la maturità, fino a giungere all'intensità della cima, di un verde così forte e così.. verde. Sistemo meglio i pantaloni per evitare il fastidio dei passanti della cintura sotto il fondoschiena, compio il gesto senza voler disturbare l'assenza che mi circonda. Anzi no,
Sono sdraiato su un prato, gli occhi al cielo a cercare fuggevoli passaggi di nubi, immaginandole altro, una fantasiosa fauna sfila nel cielo. Sottili fili d'erba mi accarezzano le guance, volto la testa, immergendola nel verde che mi circonda, avvicinandola al suolo per ascoltare meglio il suono della terra e mi accorgo della loro presenza. Umani, tre per la precisione. Non sono solo quindi, ma non mi sento infastidito dalla presenza di altra gente, non mi scompongo, li osservo e mi stupisco nello scoprirli suonare. Non ci avevo fatto caso alla loro musica, ma adesso che li ho notati riesco a sentirla e allora la ascolto, e come i fili d'erba, mi sfiora le orecchie, senza pungermi e procurandomi un gradevole sollievo, un piacere che lentamente coinvolge tutti i sensi, immergendomi in uno stato di completo benessere, quiete e sospensione. Tutto è più leggero, e se è vero che le angosce non scompaiono, si ridimensionano, palesandosi sotto forma di moscerini, o formiche, che mi ronzano, o camminano, intorno. Sul mio volto compare un'espressione ebete, allegra e realizzata. Comincio a empatizzare con i tre e come sempre quando incontro nuove persone, passo in rassegna nella mente i nomi che mi ricordano: pilot, 10cc, supertramp, talking heads, todd rundgren.. eppure sono molto più giovani di tutti loro! Acuisco la vista, li metto meglio a fuoco e mi sorge un dubbio, una perplessità indefinibile. Il suono che producono ha qualcosa appartenente al passato eppure è innovativo, o forse è il sentimento vintage tanto di moda oggi a donare un'ingannevole sensazione di novità, ma sembrano onesti, non fingono, ed escludo la possibilità. Il dubbio si fa più insistente, tuttavia non riesco ancora a decodificarlo. Le atmosfere delle canzoni richiamano un mondo finito ormai da più di trent'anni, ma adesso così presente. Mi giro in cerca di qualche appiglio, ma ora che la musica è più forte tutto ciò che incrocio con lo sguardo mi sembra uscito da una realtà che non era quella in cui mi ero sdraiato prima. Il sole non è più alto, ma la luce inonda la nostra collinosa prateria e la sensazione di estraneamento si fa più forte. Il dubbio prende una forma inaspettata e incredibile, più ci penso più mi convinco della sua validità. Gli uomini mi guardano, ammiccano, sanno che ho capito. Forse sono stati i fili d'erba, o forse il verde, o più probabilmente la loro musica, ma non credevo fosse così facile, tornare al '78.

Just Like Everyone Else by Field Music on Grooveshark

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