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Andromeda Mega Express Orchestra, Bum Bum, Alien Transistor, 2012 |
Misteriosa, sfuggente, onnipresente. Mi piace immaginare la Musica come un'entità a sé, completa, assoluta, altro. Dinamica, perché può realizzarsi solo in quanto successione di istanti, dove ognuno trova compimento in quello successivo, lasciando il suo strascico di effimera presenza sul percorso. Potremmo analizzare il momento, l'infinitesimo attimo sonoro, per coglierne il senso, ma sarebbe come sezionare un uomo nelle sue componenti chimiche e cercare tra queste tracce di vita. Per quanto lo "scientificamente provato" mieta sempre più proseliti, ci sono concetti che più vengono approfonditi, più appaiono oscuri e complessi, frattali dallo schema incomprensibile, significati impenetrabili. Mi immagino questa figura, irrappresentabile come tutte le divinità, e se devo azzardarne un ritratto, traccerei delle blasfeme linee teneramente rotonde ed elegantemente spigolose, femminili, e lascerei all'intuizione l'idea che il suo cuore sia il ritmo e la sua ragione l'armonia, disegnandoli in due schizzi, nero il primo, bianco il secondo, mentre si avvolgono in un abbraccio, yin e yang. L'abbozzo è incompleto, e se non ci fossi io che l'ho fatto a spiegarlo ai vostri occhi forse non vedreste altro che pennellate disordinate, confermando ogni supposizione, perché la Musica non la si può rappresentare, ha bisogno di stendersi nel tempo, non può cristallizzarsi in un presente, tanto meno spaziale. Non possiamo neppure parlarne, nonostante la parola intesa in quanto canto ripetitivo sia una delle sue infinite espressioni, e allora la ascoltiamo, sempre e di continuo, non è infatti indispensabile possedere strumenti o apparecchi di riproduzione, in ogni luogo le nostre orecchie, la nostra mente, colgono suoni o rumori che talvolta risvegliano in noi qualcosa, quel qualcosa che scompare ad ogni tentativo di scomposizione. Suono e rumore, due sommari estremi che racchiudono una distesa infinita di possibilità, lo 0 e l'∞ della Musica. Ma se si è riusciti a porre un limite, all'interno vige la più completa libertà, e nonostante la scienza musicale è ancora così giovane e inesperta, le meraviglie che ha mostrato al mondo sono di una bellezza incredibile. Non c'è da stupirsi se grandi scienziati e artisti non siano compresi nel periodo in cui vivono, la grandezza delle scoperte e delle opere che lasciano agli altri può risultare difficile da accettare, l' intensità troppo estrema da essere recepita. Artisti e scienziati, complici nel loro cammino verso la conoscenza, la comprensione e la risposta che è stata nascosta fin dal primo istante, da quell'esplosione rigeneratrice che ha avuto un preciso suono, un potente e assoluto rumore, che se qualcuno potesse azzardarne un ritratto, quel qualcuno è la Andromeda Mega Express Orchestra.
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