lunedì 10 settembre 2012

Dumbo Gets Mad - Elephants at the Door

Dumbo Gets Mad,
Elephants at the Door,
Bad Panda Record, 2011
Il giudizio si forma col tempo, cresce con la personalità e l'esperienza, e se non si impone sulle influenze, ne viene assorbito. Da piccolo, dopo aver smesso i pannolini dell'infante per indossare quelli dello scolaro, mi affacciavo curioso al mondo del disegno animato, sguazzando a tempo pieno nel mio impero di disneyane videocassette. Riguardavo ciclicamente ogni titolo in mio possesso, poi col tempo cominciai ad operare delle vere e proprie scelte, dando luce a delle preferenze visibili nelle due file di cassette che andavano a riempire l'apposita mensola: davanti, le pellicole più acclamate; dietro, i titoli che credevo non avessero più niente da darmi. Dovettero passare parecchi anni prima di ridare un'altra possibilità alla seconda fila. Non ricordo più la ragione per cui rispolverai proprio lui, forse sospettavo mi fossi perso qualcosa, forse avevo semplicemente voglia di rivederlo, ad ogni modo eccomi là, all'età della bottiglia a trascorrere il pomeriggio davanti al televisore per guardare Dumbo.
Fu una rivelazione, mi aspettavo una favola per bambini e mi ritrovai un'opera visionaria, densa di idee e sentimenti, c'era tutto, la vita il circo la sofferenza la gioia la musica la vendetta la fiducia.. Dumbo è una di quelle cose che ogni volta che riprendi tra le mani scopri una nuova prospettiva che ti era sfuggita, o che non eri in grado di cogliere al suo tempo. Come succede col Piccolo Principe.

La musica di Dumbo è qualcosa di sublime, a cavallo tra la filastrocca e la psichedelia, toccando ora sfumature di una dolcezza unica e di una violenza esasperata. Me ne innamorai, e ad ascoltare i Dumbo Gets Mad credo di non essere stato l'unico.


Le intenzioni sono chiare fin dall'incipit dove un suono indistinto e sporcato dalle molteplici direzioni ci introduce nell'onirico mondo che ci sta aspettando: Dumbo è caduto di nuovo nella botte ma non ne esce sbronzo, adesso è pazzo. Li vedi quei rosafanti ballare davanti a te, ne vieni anche turbato ma è un attimo, la musica è troppo coinvolgente per esserne spaventati e neanche capisci come sia successo, ti ritrovi a muoverti in mezzo a loro. Le immagini si sciolgono, d'improvviso è notte e le stelle affollano il cielo, splendono di una luce irreale, dilatate dalla nostra instabilità mentale. Spicchiamo il volo e ci troviamo a viaggiare in mezzo a quei punti luminosi, li raccogliamo tra le mani, ci facciamo pungere dai loro raggi e li lasciamo liberi, scoprendo un cumulo di cenere bianca tra i palmi. Ci stiamo allontanando, inghiottiti dal buio più cupo, l'universo dietro di noi, sempre più piccolo, più indistinto. Ci giriamo per osservarlo ancora un'ultima vuota, prima di svoltare l'angolo e allontanarci definitivamente. Niente. Ci troviamo nel nulla, accolti da ritmi sincopati e voci multiformi, sembra perfino di udire un indistinto Paperino, le nostre fantasie si confondono con l'ambiente che ci circonda. Sintetizzatori sfuocati ci ipnotizzano mentre cerchiamo di capire da dove provenga tutta quella musica e solo allora ci accorgiamo dei colori che popolano quel buio più cupo. Vedo il giallo, dondolarsi regolarmente, cadenzando le sue sfumature, e il blu, che lo abbraccia facendolo ruotare in un ballo frenetico, e poi colori che non avevo mai visto, che non appartengono a nessun mondo, ma solo alla fantasia. Improbabili arcobaleni si sdraiano ai nostri piedi invitandomi a seguirli, e io accetto l'invito.

La mia pazzia sono le auricolari nelle orecchie, e i Dumbo Gets Mad che suonano per una festa il cui unico invitato sono io.

Marmelade Kids by Dumbo Gets Mad on Grooveshark

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