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Calibro 35, Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale, Venus, 2012 |
Porsi volutamente dei limiti non significa compromettere il risultato, è anzi un ottimo metodo per ottenere effetti sorprendenti. Era la filosofia del gruppo letterario/matematico francese OuLiPo e grazie ad essa sono nate opere uniche e strabilianti, per il divertimento dei creatori e di tutti coloro che in seguito se le sarebbero trovate tra le mani. Il principio è molto semplice, davanti all'infinito universo di scelte si decide di restringere le proprie possibilità restando talvolta anche senza apparente margine di movimento e allora è lì che il genio, l'intuizione e la dedizione vengono premiate, sciogliendo un'enigma creduto insolubile. Creare uno schema per poterlo comprendere e infine governare. Gli appassionati di scacchi non si entusiasmano certo per le aperture, piuttosto per quelle incredibili pensate che nella loro complessità riescono a stravolgere la partita -il nero muove e matta il bianco in quattro mosse. E poi si sa, un gioco senza regole non diverte.
Non c'è da sorprendersi se i dischi dei Calibro 35 siano tematici, il gruppo stesso è una concept band! Il polizziottesco è il soggetto, e l'ostacolo, che si sono scelti e che riescono a raggirare con una capacità incredibile. Se il primo album era più un omaggio al genere, un'antologia di classici in cui si affacciavano due soli inediti, ora, al terzo tempo del loro lungometraggio hanno raccolto il testimone dei maestri presentando un album di materiale ampiamente originale in cui trovano spazio due sole degne cover, che non rubano assolutamente la scena agli altri pezzi ma con cui si mischiano perfettamente -se non mi fossi informato, non avrei capito quali fossero i rifacimenti!
Oltre ai quattro strepitosi musicisti è presente nel gruppo un quinto elemento il cui ruolo è ben più importante del già imprescindibile produttore, quello del regista. Tommaso Colliva è la mente del progetto, è colui che conosce il film poliziesco italiano anni '70/'80, che lo ama e che ha deciso di creare un tributo che andasse oltre alla semplice emulazione. Da una curiosa e bizzarra idea ne è venuto fuori una fucina di suoni acidi e funky che se da una parte ti fanno passare davanti agli occhi scene di sparatorie, corse con le pistole tra le mani, calze di nylon che nascondono teste di ceffi della peggior specie, colori grossolani, pantaloni a zampa, titoli di coda, ray-ban e folti basettoni, facce da duri circondate da ciuffi ribelli, giubbotti in pelle, e sangue, tanto tanto sangue, bum pam peng! dall'altra ti regalano colonne sonore di scene mai esistite, se non nella mente dell'ascoltatore e perciò vere.
Senza scadere in uno sterile manierismo, i Calibro 35 sono riusciti nel difficile compito di dare carisma a un progetto che nasce per riproporre ma che presto è andato ben oltre, reinventando un genere dato ormai per morto, dando valore più che alla composizione all'arrangiamento autentico, alla cura e all'evocazione completamente riuscita.
Probabilmente tutto questo non sarebbe stato possibile se non fosse stata presente una qualità fondamentale e basta leggere i titoli dei dischi e dei brani per accorgersi di quanto bene la maneggino, l'ironia.
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